Una comunità di intenti è una comunità di persone che partecipano allo stesso processo o stanno perseguendo un obiettivo simile. Queste comunità sono quindi funzionali a facilitare il raggiungimento reciproco del fine comune.
Noi siamo o no quindi una comunità di intenti?? Vi deve essere a mio giudizio se non una comune unione di pensiero (chiaramente troppo difficile da raggiungere quando a pensare sono 16/17 teste diverse) perlomeno questo barlume di intenzionalità di fare gruppo ed insieme prima di tutto divertirci, migliorarci e chiramente vincere. Dobbiamo compattarci quanto più possibile, compattarci intorno a questi obiettivi e lasciare da parte individualismi e leziosismi vari (anche quei soliloqui che non portano a nulla).
Arrivo alle conclusioni per non sottrarvi troppo tempo: vorrei si ragionasse più per obiettivi comuni che non per individualismi. E’ un ragionamento così fuori dal mondo?
Sembra impossibile perseguirlo con il gruppo che con tanta fatica abbiamo creato? sarà il mio ottimismo ma vorrei che l’atteggiamento fosse più costruttivo e meno polemico e che vi fosse anche in allenamento la voglia di fare bene e di impegnarsi (come difatto ieri sera nella parte finale non si è assolutamente dimostrato di voler fare). Concludo scrivendo :
"Pratica il non agire,
imprendi il non imprendere,
assapora l'insapore,
considera grande il piccolo e molto il poco,
ripaga il torto con la virtù.
Progetta il difficile nel suo facile,
opera il grande nel suo piccolo:
le imprese più difficili sotto il cielo
certo cominciano nel facile,
le imprese più grandi sotto il cielo
certo cominciano nel piccolo.
Per questo il santo non opera il grande
e così può completare la sua grandezza.
Chi promette alla leggera trova scarso credito,
chi reputa tutto facile trova tutto difficile.
Per questo al santo tutto pare difficile
e così nulla gli è difficile."
martedì 20 novembre 2007
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