martedì 5 agosto 2008

Jan Křtitel Krumpholtz


Fosse ancora in vita, quest'oggi, 5 Agosto, Jan Křtitel Krumpholtz compirebbe 261 anni, ma gli eventi della sua epoca impedirono all'artista migliore che a mio avviso sia mai esistito, potesse proseguire la sua opera compositiva: nel 1790, in una fredda mattina di febbraio il suo corpo fu ritrovato sulla Senna.

Una personalità davvero struggente, appassionato genio con un animo malinconico...La sfortuna che l'aveva perseguitato così a lungo lo convinse a scegliersi come guida un prete fanatico e ignorante, il cui inutile consiglio, invece di rassicurare la sua anima turbata, servì solo a esacerbare i suoi dubbi. Stavamo allora raggiungendo quell'epoca memorabile che vide l'inizio della Rivoluzione Francese. Questo evento, che avvenne davanti ai suoi occhi, finì per confondere il suo povero cervello. Alla fine, non più capace di portare il fardello dei suoi problemi e pose fine alla sua vita. Semplicemente grandioso !

30 commenti:

Anonimo ha detto...

Jan Křtitel Krumpholtz (detto anche Jean Baptiste) (Praga, 5 agosto 1747 – Parigi, 19 febbraio 1790) è stato un compositore e arpista ceco.
Era la sera del 19 febbraio 1790, in una Parigi ancora sconvolta dalla Rivoluzione, quando un uomo saltò dal parapetto del Pont-Neuf e morì annegato nella Senna. Il corpo fu identificato come Jan Krtitel Krumpholtz, il famoso compositore e virtuoso d’arpa che da alcuni anni si era allontanato dalle scene.
«Sono spesso rimproverato per trascurare le mie apparizioni in pubblico: è vero, in effetti ho abbandonato i concerti quasi totalmente. Se questa è una colpa per altri, devo ammettere che sta diventando per me una fonte di piacere. Sono diventato troppo critico e forse troppo severo con me stesso, vedendomi sorpassato dalle doti musicali di mia moglie: la natura l’ha dotata di un’impareggiabile facilità; e quello che è più straordinario è che è capace di riempire le sue esecuzioni con espressione e sentimenti che trasformano la musica in un vero linguaggio. Lascio che sia lei ad esprimere le mie idee. Quando suonavo, era impossibile per me giudicarne l’effetto; ora che ascolto, nulla mi sfugge. Quindi, dal punto di vista della composizione, ho guadagnato quello che ho perso dal punto di vista dell’esecuzione. Come esecutore, non sono ormai migliore di un vecchio appassionato di musica. Ora non suono meglio dei miei allievi; e poiché ho sentito eseguire da mia moglie lo stesso passaggio in una ventina di modi differenti, posso sapere meglio di chiunque altro quello che le dita possono fare, e al tempo stesso conosco i limiti e le risorse dell’arpa.»
Queste poche parole, rassegnate e umili, sono il tratto forse più struggente dello schizzo di autobiografia che Krumpholtz lascia di se. Scritta come prefazione all’op. 16, le note biografiche che egli ci lascia sono uno strano miscuglio di malinconia e ironia: «Mia madre non aveva altra eredità da lasciarmi che la passione per l’arpa. Un maestro che avrebbe avuto bisogno di apprendere ciò che insegnava, mi diede le prime lezioni. Dopo tre mesi suonavo dei minuetti e delle allemande abbastanza bene, o meglio, non peggio del mio maestro.»
Nato a Praga il 5 agosto del 1747 da genitori musicisti, seguì il padre in Francia durante la giovinezza e si dedicò a studiare vari strumenti musicali, ma «il desiderio che avevo di apprendere l’arte della composizione mi tormentava». Il primo insegnante M. Saladin, fu però inutile da questo punto di vista: «per sei mesi lavorai inutilmente giorno e notte, [...] alla fine perdemmo la pazienza, il mio maestro e io. Non ebbi altro mezzo per vivere che seguire i reggimenti e le orchestre dei gruppi teatrali di provincia. Studiai corno e per cinque anni dimenticai l'arpa. Avevo venticinque anni quando tornai a Praga. [...] Una notte, passando vicino ad un giardino, sentii una serenata, che mi sembrò straordinaria. Distinguevo bene un clarinetto, ma non lo strumento che accompagnava; i suoi suoni, anche nell'acuto, erano pieni e morbidi [...]. Mi avvicinai. Quale fu la mia sorpresa nel vedere un’arpa![…]. Tormentai mio padre per farmi avere una buona arpa a pedali da Parigi» e si trasferì subito dopo a Vienna, dove iniziò a studiare per la seconda volta composizione.
Il nuovo insegnante, Georg Christoph Wagenseil, fu molto più utile del primo e incoraggiò anche l’allievo ad apparire in pubblico. Il 4 ottobre 1772 Krumpholtz eseguì la sua prima opera il 1° Concerto per arpa e orchestra; ripeté lo stesso brano l'anno successivo, il primo agosto 1773 alla corte degli Esterházy. Il giorno dopo Haydn lo richiedeva come musicista a corte. Fu un periodo breve ma intenso che si protrasse fino al marzo 1776, anno in cui Krumpholtz iniziò la sua carriera concertistica europea, esibendosi a Lipsia, Francoforte e infine a Parigi.
L'estate del 1776 a Metz, nel negozio del liutaio Simon Gilbert, avvenne una coincidenza determinante per la vita del compositore: Krumpholtz conobbe contemporaneamente quelle che sarebbero state le sue due mogli e partì per Parigi con entrambe. Sposò a Metz Margherite, la figlia di Simon Gilbert, e partendo portò con se anche la figlia di un impiegato di Gilbert, la promettente arpista Anne-Marie Steckler allora decenne. Parigi era all'epoca una delle più importanti città europee oltre che il centro del mondo per l'arpa, la stessa regina Maria Antonietta era arpista. Krumpholtz intraprese un’intensa carriera concertistica, affiancata dall’insegnamento e dalla composizione. Le sue opere, dedicate a personaggi dell'aristocrazia, vennero pubblicate per lo più dagli editori Cousineau e Nadermann. Krumpholtz e Nadermann, vicini di casa in Rue de l'Argenteuil, erano a contatto anche con Dussek e Mozart, residenti nelle vicinanze proprio negli stessi anni.
Nel 1778, circondato da quest'atmosfera, Krumpholtz scrive le Sei sonate per flauto e arpa che compongono l'op. 8. «ho compreso il vostro talento, voi non imiterete, avrete il vostro stile, e riuscirete, ve lo predìco!» queste le parole di Wagenseil a Krumpholtz. Le Sonate per flauto e arpa sono in effetti uno strano miscuglio di atmosfere in una forma compositiva rigidamente definita: i primi tempi sono bipartiti, il secondo tempo quasi sempre in forma di Romance e le conclusioni in forma di brillanti Rondò. D’altra parte tutti conservano un originale gusto pastorale (il terzo movimento delle Sonata I e III) o dei ritmi di danza vivaci e freschi (l'Allemanda della Sonata II, e il Minuetto della Sonata V). Krumpholtz insegnava arpa a Mademoiselle de Guines, per cui Mozart scrisse il Concerto per flauto e arpa K299, forse per questo motivo l'incipit iniziale del concerto è ripreso nel primo movimento della Sonata III. È forse nei movimenti lenti che Krumpholtz esprime però meglio il suo genio e la sua natura malinconica: il bellissimo Adagio della Sonata IV, la struggente lentissima Romance della Sonata I. In queste Sonate si assiste ad un uso esteso dell'arpa, con parti estremamente ricche a confronto di quelle molto più limitate del flauto.
Krumpholtz ammise sempre che aveva grande difficoltà a scrivere gli accompagnamenti dei concerti o le parti cameristiche delle sue composizioni. Si appoggiò quindi per questo ad altri compositori come Haydn, Püchel e Rigel. Non sappiamo chi abbia collaborato alla stesura della parte di flauto per queste Sonate, sono però le uniche composizioni che portano l'indicazione di "Flûte obligée", molte altre sonate, compresa l’op. 12 (in cui la parte di flauto va attribuita a Rigel), indicano ad libitum gli altri strumenti. Un altro aspetto da tenere presente ascoltando queste Sonate è che furono concepite per un’arpa molto diversa da quella di oggi: le corde avevano una tensione nettamente inferiore e l’esecutore utilizzava più l’agilità, che la forza di cui si ha bisogno oggi. Il suono, con una risonanza corta, necessitava di essere sostenuto con bassi albertini o note ribattute; per questo motivo queste sonate sono oggi forse ancor più complesse da eseguire.
Per aiutare i cambi di dinamica, meticolosamente indicati sulla partitura, Krumpholtz inventò il meccanismo per un pedale addizionale con funzione di smorzatore da applicare all'arpa. Questo sistema è oggi quasi completamente in disuso. Insoddisfatto comunque in generale della meccanica dell’arpa, Krumpholtz collaborò con i liutai Nadermann, Beaumarchais ed Érard. Le sue invenzioni vennero definitivamente approvate dall'Académie des Sciences et des Arts parigina nel 1787. L’arpa restava comunque con una meccanica a singolo movimento, cioè ogni pedale poteva essere abbassato di una tacca alzando così la nota corrispondente di un semitono. Il meccanismo era costituito da "uncini" o "grucce" che tiravano le corde, che per questo si rompevano spesso o vibravano rumorosamente. Per le lamentele e insistenze di Krumpholtz su questo argomento, Érard inventò un sistema che avrebbe limitato questo danno, il sistema a rotelle che è anche quello tuttora in uso. Accanto alla pratica Krumpholtz si occupò anche di estetica contribuendo a far diventare l’arpa quel meraviglioso strumento dorato e decorato che appare in ogni interno rococò. Sebbene modestamente affermi «fui costretto ad insegnare, quando sentivo vivamente il bisogno e la voglia di istruirmi ancora» è indubbio che la sua influenza fu immensa.
Nel frattempo la giovane Anne-Marie Steckler aveva fatto enormi progressi musicali: nel gennaio del 1783 si era esibita di fronte a Maria Antonietta e, appena sedicenne, veniva additata come un fenomeno. Nello stesso mese, la moglie di Krumpholtz, Margherite, moriva di parto. Il 26 febbraio seguente, a un mese di distanza dalla morte della moglie, Krumpholtz sposava Anne-Marie. Il successivo ottobre, incinta di otto mesi, Anne-Marie Steckler Krumpholtz si presentò in pubblico per un concerto scatenando uno scandalo. Altri due figli seguirono nel 1785 e nel 1787, ma nell’aprile del 1788 Anne-Marie si trasferì a Londra, città in cui sarebbe rimasta per sempre, circondata dal successo e da numerosi amanti tra cui i compositori G. Ferrari, C. Sturt e J.L. Dussek. Subì due processi ed ebbe vari figli illegittimi pur rimanendo sempre per tutta la stampa "The celebrated Madame Krumpholtz".
È nel 1788, quando Anne-Marie lo abbandona, che Krumpholtz, solo a Parigi, scrive le tristi frasi riportate in apertura. A chiusura della sua breve autobiografia, uscita postuma, vi è una nota di colui che la pubblicò, Jean-Marie Plane, allievo di Krumpholtz: «Posso ancora aggiungere una o due parole riguardo la sfortuna finale di Krumpholtz. Passarono alcuni anni nei quali, essendo vittima di una gelosia che non gli lasciava respiro, egli passò alla fine dall'amore alla devozione; e fu nella religione che cercò la consolazione che non poteva più trovare nei beni materiali. La sfortuna che l'aveva perseguitato così a lungo lo convinse a scegliersi come guida un prete fanatico e ignorante, il cui inutile consiglio, invece di rassicurare la sua anima turbata, servì solo a esacerbare i suoi dubbi. Stavamo allora raggiungendo quell'epoca memorabile che vide l'inizio della Rivoluzione Francese. Questo evento, che avvenne davanti ai suoi occhi, finì per confondere il suo povero cervello. Alla fine, non più capace di portare il fardello dei suoi problemi, egli pose fine alla sua vita».

il cobra ! ha detto...

Cavolo che cultura...rimango senza parole di fronte a tanta sapienza e mi inchino al tuttologo !!!

Anonimo ha detto...

Invece di scrivere troiate, tu e il tuo socio tuttologo, apri le iscrizioni per il torneo di PES (stabilisci già una data).
E soprattutto: a quando un torneo di Texas (unica disciplina nella quale possiamo sconfiggere il team Vicinalis)???

il cobra ! ha detto...

Ora chiediamo ufficialmente al team vicinalis: come siete presi con il texas hold'em?? C'è qualche appassionato fra le vostre fila??

Torneo di pes, dammi tu un idea Nea...io sono disponibile e domani sera chiediamo chi del vicinalis è seriamente interessato.

Anonimo ha detto...

Io sono in ferie (stavolta è definitivo) da venerdì 8 a domenica 17 compresi. Va bene tutto! Domani sera stabiliamo...

Anonimo ha detto...

basta copiare col taglia e incolla le cose da internet

Anonimo ha detto...

Era copia ed incolla...

Anonimo ha detto...

giusto, pardon

Anonimo ha detto...

Sento Luca Pagano, e se riusciamo a stare in teleconferenza per un paio d'ore, mi iscrivo sicuramente al torneo di texas hold 'em. Ho già comperato i Ray-Ban da torneo e, per assomigliare a quel pirla che gioca con la sciarpa della A.S.Roma con 40° all'ombra, ho già ordinato una pashmina con i colori sociali dei miei Saints (biancorosso).

SS ha detto...

Mamma mia supergiovane vuoi sempre eccellere...vuoi sempre essere il numero uno e certamente cosi lo sarai. Io domani sera salirò in groppa a Falcao asso del calcio a 5 e cosi certamente sarò il migliore della serata.

quince #15 ha detto...

ho visto i numeri del Falcao sul blog degli All Blacks... MAMMA MIA!

quince #15 ha detto...

Cobra, questo tuo pezzo iniziale da tuttologo è di gran lunga più lungo del buco bianco lasciato dal Nea l'altro giorno!!!

Anonimo ha detto...

e indovina un pò chi è il tuttologo....

quince #15 ha detto...

ah giusto, chissà proprio chi è....
peggio del prezzemolo...
domani sera il campo parlerà anche per lui!!

Anonimo ha detto...

Ehi ehi...il tuttologo in questione non ero io, sia chiaro !

Anonimo ha detto...

Temo che se non mi arriverà in tempo la pashmina dei Saints, sarò costretto a sedermi al tavolo verde indossando in testa le mutande melanzanate del Quince, a mo' di bandana! All-in e dopo i borlotti... all-out!

Anonimo ha detto...

Nessuno replica a supergiovane che in un altro post afferma che ciaparemo a porta 2/3 volte???

Ehi supergiovane sarai invitato ad uno dei convivium futuri di texas hold'em e li potrai scatenarti indossando i panni di un eclettico e malsano giocatore le cui fortune sono passate a miglior vita e si ostina ad addobbarsi neanche fosse un albero di natale...Tottenham tutta la vita !!

Anonimo ha detto...

Questo è un guanto di sfida lanciato, caro Cobra! Sto pensando di telefonare alla stilista di Platinette per capire come agghindarmi per il prossimo appuntamento pokeristico (anche se temo di non andare molto distante dal look che abitualmente sfoggia Mister Faldon). E poi, anche se la rivalità più acerrima è Tottenham-Arsenal, per dirimere la questione sulla British Supremacy, propongo una sfida PES tra i miei Saints ed i tuoi Hotspurs, accettata?

Anonimo ha detto...

Cerrrto supergiovane accettata la sfida! Facciamo a casa di Nea una delle prossime sere ! La mia squadra ha la licenza ma il southampton ???

Anonimo ha detto...

Penso che la sfida fosse "una sera a casa di Luca" come cantava la "famossissima" Silvia Salemi.
Comunque non temere, il mio Southampton (da noi studenti soprannominato Sauteton durante il soggiorno studio in Inghilterra nel lontano 1985)ha non solo la licenza, ma anche il diploma e la laurea!!!

Anonimo ha detto...

Cobra, non rispondi più? Hai paura che il mio Southampton suoni la rumba al tuo Tottenham... W il Southampton, W il calcio, WLF!!!!

Anonimo ha detto...

Domanda da bambino inebetito:
WLF ???

Ho paura, ho paura...tu sei certamente più forte ed il southampton è piu forte del tottenham ...ma non mi tiro insietro, la casa di Nea (e non di Luca) ci aspetta !!!
Quando vuoi...

Anonimo ha detto...

WLF appare anche sul velcro della tuta di Valentino Rossi ed è un'abbreviazione per ricordare che da ragazzini ci piaceva tanto una cosa (e ci piace tuttora!)P.S. Il Southampton allo stadio St.Mary è imbattibile (a casa del Nea non so, per cui proporrei un campo neutro, che ne sò, dove gioca la ProPiave a Maserada?)

Anonimo ha detto...

Ma a casa del Nea è fantastico...è un ambiente nuovo e vieni messo a tuo agio !!
La Pro Piave gioca a Maserada ma non so se la denominzaione Pro Piave è ancora valida...ricordo da piccolo le sfide Spresiano-Pro Piave, che bei tempi !

Anonimo ha detto...

oggi supergiovane leggo di un southampton-stoke...ho giocato 1 in tuo onore !

Anonimo ha detto...

Cobra sei un vero amico, i Saints sono sicuramente più forti di quelli dello Stoke City. Spero che i miei ragazzi ce la mettano tutta sia per farti vincere la scommessa, sia per tornare in Premier League, un posto che gli spetta per la loro tradizione e fama! P.S. Spero tornino in auge anche il vecchio Nottingham Forrest e pure lo Sheffield Wednesday (chissà mai perchè chiamare una squadra di calcio mercoledì). Ah, mi ricordo ancora quando io e bomber Comin giocavamo contro lo Sheffield, battaglie sotto il diluvio e poi a fine partita le docce ghiacciate, ah che bei tempi....

gioiosa_marca ha detto...

Contro lo sheffield giocaste?? Ma quali trascorsi calcistici avete avuto??? Mi inchino a tanta bravura, al masismo le mie squadre avversarie si chiamavano San Vendemiano, Indomita 77, Condor Sant'Angelo...

del Nottingham seguo costantemente le gesta e spero vivamente possa tornare a calcare i campi della premiership !!!

Anonimo ha detto...

Mah io e bomber Comin abbiamo giocato, nel nostro passato, contro entrambe le formazioni di Sheffield, sia il Wednesday che lo United, contro il Leeds United, contro l'Ipswich Town, contro il Wimbledon, il Bradfort City e pure contro il Watford (all'epoca in cui era presidente Elton John e nessuno si arrischiava a recuperare la saponetta nelle doccie quando questa scivolava a terra). Ne è passato di tempo, ma quanti bei ricordi...

Anonimo ha detto...

Leggi la mail supergiovane....

cavolo che precedenti davvero esaltanti...non ti chiedo i particolari, anzi li racconterai domani sera a tavola !

Anonimo ha detto...

Caro Cobra, io e bomber Comin portavamo i capelli lunghi ancora prima di Mario Kempes!