Nei miei trascorsi di studente di lingue e letterature orientali (giapponese), ho potuto apprezzare quella che è la sensibilità di molti poeti giapponesi i quali hanno legato il loro successo ad una maggior o minore lettura di quelli che sono i fenomeni naturali, quindi il susseguirsi delle stagioni, il nascere e morire. Colori e odori sono stati da sempre narrati con una delicatezza che non trova a mio giudizio pari nel mondo, la nascita della primavera, la pioggia primaverile, i fiori di ciliegio, il cinguettio degli uccelli e così via.
Espressione di questi sentimenti a volte è una forma poetica chiamata haiku, il cui intento è quello di far tornare il linguaggio alla sua essenza pura, ovvero alla sua nudità. C'è molto Zen negli scritti Haiku i quali esprimerel'esigenza dell'uomo di essere tuttuno con la natura.
Qui di seguito alcuni haiku.
1 furuike ya kawazu tobikomu mizu no oto
Nel vecchio stagno
una rana si tuffa.
Il rumore dell’acqua.
2 fuyugare ya yo wa hito-iro ni kaze no oto
Il mare si oscura
il grido delle oche selvatiche
qualcosa di bianco
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