giovedì 19 novembre 2009

colloquio con un negoziante

Buongiorno, amico negoziante.
Buongiorno caro cliente.
Mi dà uno di quelli, per cortesia.
Ecco a lei. Fanno due euro. Grazie.
Tenga, buonuomo.
Ehi ehi, fermo lì. Che è ‘sta schifezza rosa?
Una bella banconota da 50.
Lo vedo. Non hai due euro?
No. Altrimenti glieli avrei dati.
Guarda bene, chè ce l’hai. O almeno due monete da uno.
Le giuro su Dio di no, mi creda. Controlli lei stesso.
Opporcocane, non vorrai mica il resto, spero.
Ehm, veramente sì, lo vorrei.
Ma come osi? Io sono un nobile commerciante, mica un cambiamonete.
Sì ma…
No no e poi no! Non ho nessuna voglia di mettermi qui a prendere i MIEI soldi per darli a te, lurido bandito.
Che dice, quello è il resto, mi spetta.
Adesso tu mi chiedi scusa, te ne esci, torni a casa e ti ripresenti con 2 euro esatti.
Si calmi. Perchè dovrei chiedere scusa?
Io li conosco quelli come te: lo fate apposta. Vi procurate le banconote grosse e venite qui a comprar la prima schifezza da due euro solo per farmi dispetto.
Senta, la aiuto io, è facile: 50 meno 2 fa 48. Mi renda due banconote da 20, una da cinq… Braaavo! Adesso pure l’aritmetica mi vuoi insegnare, mi vuoi. A me che coi soldi ci passo le giornate intere.
Abbia pazienza, allora: qual è il problema?
I problemi, caro il mio bandito, son parecchi. Primo, mi stai antipatico, tu e tutti quelli come te che girano impunemente senza spiccioli. Secondo, non c'ho voglia di contare. Terzo, se io do a te il resto, poi in cassa non mi restano altri tagli piccoli.
Embè?
Embè tuo nonno. Metti che tra poco entra qui un altro signore, un altro miserabile come te che compra una cosina da due euro con una banconota da 50, io non ho resto da dargli, ti rendi conto?E che c’entro io, scusi?
C’entri, c’entri.
Ma ragioniamo…
Basta, finiamola che sennò ti metto le mani addosso. T’è andata bene che oggi son di buon umore. Tieni il tuo resto [ti lancia addosso una gragnuola di monetine da 1 centesimo, ferendoti al viso, ndr] e vattene.
Ahia, però. Che male.
Adesso fuori, fuori di qui.
Le chiedo perdono, amico negoziante, non succederà mai più.
Ci mancherebbe altro.
Arrivederci.
Vaffanculo.
Grazie.

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