giovedì 22 maggio 2008

L'impiccagione

L'impiccagione è un metodo di esecuzione capitale.
La stessa era chiamata popolarmente anche forca in quanto i due pali verticali che sostenevano la traversa, dove veniva appeso il condannato, ricordavano i denti (detti rebbi) dell'attrezzo agricolo. (N.B. Tra l'altro la forca sostituì la croce durante l'impero di Costantino e non era altro che un palo a Y dove il condannato veniva posto alla fusione tra i due pali e fatto soffocare.)
Questa era solo la parte superiore della struttura che era detta patibolo. In un primo tempo al colpevole era posta una robusta corda al collo detta cappio; l'apertura di una botola sotto i piedi, provocava la sospensione della vittima, che a sua volta gli causava la rottura dell'osso del collo e l'asfissia e di conseguenza in breve la morte, oltre all'estroflessione dei bulbi oculari e della lingua.
Il cappio
L'impiccagione viene registrata per la prima volta in Inghilterra nel 1214 d.C., quando il figlio di un nobile venne impiccato per pirateria.
Nel Medioevo un'altra forma di impiccagione consisteva nel legare un cappio al collo del condannato e gettarlo giù da una grande altezza (le mura di un castello, un dirupo, ecc.). A volte, quando il condannato era troppo pesante, non veniva impiccato a causa del fatto che la testa poteva letteralmente staccarsi.
Nazario Sauro (Capodistria, 20 settembre 1880 – Pola, 10 agosto 1916) fu un patriota e militare italiano. Esponente dell'irredentismo italiano, tenente di vascello della Regia Marina nel primo conflitto mondiale, fu giustiziato per alto tradimento dall'Austria-Ungheria.La condanna alla pena di morte per alto tradimento, tramite impiccagione, fu eseguita nelle carceri militari di Pola il 10 agosto 1916.
Il termine irredentismo indica l'aspirazione di un popolo a completare la propria unità territoriale nazionale, acquisendo terre soggette al dominio straniero (terre irredente) sulle basi di teorie di un'identità etnica o di un precedente possesso storico, vero o presunto.

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