sabato 13 dicembre 2008

l'invidia di Velasquez


CONSIGLIO DI LETTURA


Una scia di omicidi tra Roma e Siviglia
Una spy story in cui l’arte si intreccia all’ambizione, il noto all’ignoto, l’invidia all’amore
«Alzò la mano incrostata di sangue e terra. Non sperava più che qualcuno giungesse a salvarlo. La mano si era alzata da sola, di sua iniziativa, semplicemente perché la vita ha sempre più risorse della volontà.»
Nel 1656, il grande pittore Diego De Silva Velázquez dipinge Las Meninas, la sua opera più originale e misteriosa.
A tre secoli di distanza, nel 1956, Pablo Picasso e l’antiquario Aronne Schilton, grazie a una geniale intuizione, vengono a capo di un enigma che l’artista aveva dissimulato all’interno del celebre quadro.
La loro non è una impresa intellettuale né una ricerca da tavolino: infatti i due passano all’azione, mettendo in moto una catena di eventi inaspettata.
Alcuni di questi eventi vengono alla luce cinquant’anni dopo, a Roma, quando il commissario Flavio Bertone comincia a indagare sull’omicidio di un illustre studioso di Estetica, trovato ucciso nel suo appartamento.
Il commissario è uno che non si accontenta delle apparenze: spinto dalla sua ostinazione, indirizza l’indagine verso persone, luoghi e fatti che i suoi poco acuti superiori giudicano, però, non pertinenti.
Seguendo una pista fi no in Spagna, Bertone diventa così, suo malgrado, un uomo solo alle prese con un mistero più grande di lui, dietro al quale si nasconde un potere dalla tradizione secolare, ma ormai segreto e dimenticato.
Intorno al commissario stanno amici e nemici, presenti e passati: un’affascinante funzionaria delle Belle Arti spagnole, il fedele ispettore Pizzo, un paio di accademici, lo stesso Velázquez, un inedito Picasso e un arduo Foucault, che parla dalle pagine dei suoi saggi.
Ma gli omicidi continuano – nessun delitto è abbastanza atroce per chi è consumato dal peccato dell’invidia – e non è detto che alla fine siano i buoni a vincere…

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