La vita è un insieme di momenti, momenti tutti differenti tra loro. Ogni momento ha un suo significato, che col tempo può cambiare. Per queso motivo non siamo sempre in grado di capire quando stiamo vivendo un qualcosa che ci cambierà, che in futuro riterremo importante per la piega che ha preso la nostra vita. E anche se questi momenti non sono altro che attimi temporalmente limitati, questo breve flusso avrà un effetto determinante su tutto quello che succederà poi, nella vita, come nel tennis.
Quante partite sono state decise da particolari insignificanti, apparentemente superflui, che però hanno caratterizzato il risultato finale? Quante carriere sono bruciate o esplose per colpa di un'inezia cui al momento non si è fatta particolare attenzione? Il tennis è anche questo. D'altro canto sono i particolari a determinare l'universale. Il nastro di Rostagno rientra in quegli avvenimenti di minor importanza che hanno assunto con il tempo una sua rilevanza, tanto da essere ricordato tutt'oggi.
Correva l'anno 1989, il mese era agosto, il giorno 31: ci troviamo a Flushing Meadows, sede dello U.S. Open da poco più di 10 anni, il giocatore cui facciamo riferimento nel titolo è Derrick Rostagno, statunitense di origini italiane che nel corso del secondo turno affrontava la seconda testa di serie, Boris Becker. Sorprendentemente portatosi avanti nei confronti del più quotato avversario, Rostagno si portava molto vicino allo scalpo prestigioso, quando aveva a disposizione due match points. Sul primo, spintosi a rete per chiudere con una comoda volèe uno dei tanti punti ben giocati di quel match, si vedeva superare da un passante giocato in corsa dal tedesco, diventato decisivo grazie alla deviazione del nastro. Quel punto, che al momento poteva sembrare un inutile colpo di coda in un match già deciso, in realtà diede nuova linfa a Becker, che non solo allungava il match fino a vincerlo, ma si qualificava fino alla finale, doveva aveva ragione di Ivan Lendl. Alla base dell'unico successo di Boris Becker in terra newyorchese troviamo quindi questo particolare, che ha permesso al tedesco di entrare nel circolo dei giocatori capaci di vincere almeno tre delle quattro prove del grande slam. Certo, per sconfiggere Mecir e Lendl nelle battute conclusive non sarà bastato il ricordo di quel nastro, è chiaro, nè vittorie agli U.S.Open e chissà magari cos'altro. Tutto per un nastro, tutto per un momento apparentemente insignificante. Ma se la vita è un insieme di momenti, perlopiù legati tra loro, allora di insignificante c'è davvero poco. Rostagno avrebbe potuto scrivere un capitolo importante della sua vita, un capitolo che avrebbe portato alla ribalta un perfetto sconosciuto numero 65 al mondo e tutto per colpa di un nastro.
3 commenti:
Frequentatiassimo e commentatissimo il tuo blog ultimamente....
Ma oggi e il 10 agosto???
Sono tutti in ferie???
Giovedì confermo mia presenza e quella di mio fratello (!)
Dove si gioca e a che ora?
Benissimo avviamo allora la ricerca per i fortunati 10 che giovedi daranno vita ad un'avvincente sfida !!!!
Il blog è stantio (da leggere con accento sulla i)...ormai mi sembra di parlare al muro !!
Confermo la presenza per giovedi.
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